L’anguilla europea é in difficoltà

Le anguille sono degli abitanti marini di straordinaria intelligenza ,sono conosciute e ammirate per il loro adattamento nelle diverse zone acquatiche le possiamo trovare durante i loro cicli di vita in mari profondi ,vicino le coste ,nei laghi e nei fiumi. L’anguilla ha un olfatto incredibile, riesce a percepire le potenziali prede da lunghe distanze ed è in grado di riconoscere un aroma a lei familiare in quantità di pochi milligrammi in milioni litri d’acqua.  Si nutre tendenzialmente di notte e va a caccia di molluschi,piccoli pesci e vermi di mare. E’ famosa anche per i suoi lunghi viaggi tra l’ Europa e il  mar dei Sargassi (i sargassi sono delle alghe molto robuste, composte da fibre antionda ed é casa di molte specie marine) dove gli adulti si riproducono e si sacrificano dando vita alle nuove generazioni.

Durante i loro primi anni di vita si fanno trasportare dalle correnti del mar Atlantico verso l’Europa (solo questo viaggio richiede diversi anni), dopo diversi anni arrivano nei nostri mari dove si  stabiliscono qui fino ad età adulta. I maschi essendo più piccoli amano “stabilirsi” vicino le coste o all’inizio dei fiumi, mentre le femmine preferiscono viaggiare molte e tendenzialmente  risalgono i fiumi fino alla foce. Arrivati all’età adulta migreranno  nuovamente nei mari in cui sono nati per riprodursi. La qualità e la temperature delle acque negli ultimi periodi della loro vita  giocano un ruolo fondamentale per la corretta maturazione degli organi riproduttivi. L’anguilla europea è una specie semelpara, il che significa che si riproduce una sola volta nella vita (un altro fattore fondamentale che ci fa comprendere come sia delicato l’equilibrio del loro ciclo). 

Arrivata all’età adulta e pronta per riprodursi ,il fegato si fa piu’ piccolo e lo stomaco è totalmente atrofizzato, durante il viaggio riescono a sopravvivere tramite le loro scorte di grasso  percorrendo  più di 5000 Km per  arrivare nel mar Atlantico (mar dei Sargassi) dove   si riprodurranno,terminando così il loro ciclo, donando la vita alle nuove generazioni.

Come abbiamo accennato prima la  crescita dell’anguilla è molto lenta, i maschi ci mettono circa dai 6 ai 10 anni per arrivare al momento di riprodursi  invece le femmine tra gli  8 e i 25 anni. Ciò è un fattore  che deve farci riflettere dato che la pesca intensiva (overfishing) che é stata fatta su di essi , ha ridotto drasticamente gli esemplari presenti oggigiorno nei nostri mari non dando, molto spesso , nemmeno il tempo adeguato per riprodursi .

Questo incredibile abitante marino  è a rischio estinzione, a causa nostra, nel corso dei decenni purtroppo abbiamo modificato e alterato i loro habitat e abitudini ; 

-con la creazione di dighe e sbarramenti (sono più di un milione in Europa  un numero troppo alto) hanno aumentato  lo  stress,il disorientamento,l’inquinamento e le  limitazioni di spostamento per le anguille.

– In Europa troviamo spesso la pesca illegale, (anche in periodo di fermo pesca) favorendo il contrabbando d’anguille vive, verso l’Asia vendute illegalmente sui mercati neri; si stima infatti che quasi 50 tonnellate all’anno vengono catturate per soddisfare questa triste domanda.

– Dal mar dei Sargassi ne tornano sempre meno in Europa allo stato selvatico, a causa anche  dalla pesca delle piccole anguille, per promuovere gli allevamenti intensivi il quale utilizzano vasche e sistemi di ricircolo dell’acqua per massimizzare la produzione e utilizzano mangimi studiati ad hoc per promuovere e facilitare l’efficacia della loro crescita.. 








...La riproduzione in cattività al momento non produce buon esiti...















...Il numero di anguille europee è diminuito del 90% negli ultimi decenni...

Negli ultimi anni il problema sta diventando sempre piu’ evidente, molte associazioni e regolamentazioni  mettono pressioni per limitare la pesca e i periodi in cui questi pesci possono essere pescati, ma sinceramente non é abbastanza perché non ci sono stati reali cambiamenti negli ultimi anni solo l’aumento di allevamenti e la diminuzioni di esemplari allo stato selvatico. 

L’anguilla è un prodotto molto amato nella gastronomia italiana e qui entra in gioco l’impegno e la sensibilizzazione di noi  consumatori che come al solito negli ultimi 60/70 anni ne abbiamo abusato e sovrasfruttato la specie che adesso é in pericolo. Non possiamo continuare così faccio un appello a tutti i cuochi italiani il quale dovremmo essere in prima linea nel preservare e guidare le scelte dei consumatori,noi abbiamo la possibilità di far comprendere determinate dinamiche ai nostri clienti,mettere da parte per un po’ tradizioni e usanze ormai antiche e crearne di nuove,piu’ dinamiche e flessibili; per rispettare nel migliore dei modi tutti gli alimenti che madre natura ci dona ogni giorno, e comprendere che sono beni limitati e sta a noi preservarli. Bisogna pensare più da collettivo e non decentrarsi; differenziamoci rispetto ad altri paesi attraverso la conoscenza e la salvaguardia dei nostri amati territori anche per donare un mondo più equilibrato possibile ai nostri figli.

Togliamo temporaneamente qualsiasi pietanza preparata con questo alimento per donare un messaggio forte al mercato e comprendere che attraverso le nostre scelte di coraggio possiamo migliorare la vita di intere specie terrestri e dei loro ecosistemi che sono in difficoltà.

Grazie per la lettura

M. A.

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